La nostra storia

Chi siamo e la nostra storia

Neri Filippo & C. snc

Filippo a 14 anni si trasferisce in Piemonte.
Nonostante la giovane età aveva dalla sua un discreto bagaglio di esperienza meccanico, avendo lavorato per 4 anni presso un ciclista ed un meccanico.
Notato appena arrivato a Canelli, ha iniziato a lavorare come tornitore e saldatore, continuando per anni ad affinare la sua attitudine per la meccanica.
Verso i 20 anni è riuscito a mettersi in proprio come manutentore degli impianti vinificazione, imbottigliamento e confezionamento.
Impianti che vedevano proprio in quegli anni la loro nascita e crescita e sviluppo maggiore.
Inizia la sua attività a Santo Stefano Belbo, dove rimane per circa 6 anni.
Vivendo le varie realtà vitivinicole ha iniziato rispondendo alle numerose e differenti esigenze che gli si presentavano ogni giorno.
In tutto questo coltivava anche la sua indole di inventore e dopo anni di studio e anni di prove e prototipi, ha inventato e realizzato il primo orientatore di tappi, il primo distributore di capsule (capsulatore) e la prima incollatrice di tappi.
Diciamo che la fantasia e l’inventiva non gli sono mai mancati.
Successivamente (ancora ventenne) si sposta a Canelli, dove conosce Maria Grazia Diluviana con la quale si fidanza e dopo appena un anno convolano a nozze.
La Maria Grazia fresca di laurea in lettere e appena assunta a tempo determinato in un ufficio postale, molla tutto per coadiuvare il lavoro di Filippo.
Come amministrazione e contabilità.
Oltre una lunga storia d’amore, che continua ancora ai giorni nostri, nasce anche una collaborazione lavorativa che porterà Maria Grazia a divenire socio dell’azienda. (socio a detta di Filippo indispensabile).
Nei primi anni 2000 sono subentrati anche i figli Federico e successivamente Alessandro che ad oggi si occupano rispettivamente della direzione tecnica e della direzione produttiva.

NERI FEDERICO

TECHNICAL DIRECTOR​

NERI ALESSANDRO

PRODUCTION DIRECTOR

Il nostro marchio è cambiato con noi...

ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO

Neri Filippo e C. Snc ha sempre finalizzato tutti i suoi sforzi nella ricerca e nello sviluppo di macchinari innovativi che seguono le esigenze tecniche dei propri clienti nel pieno rispetto dell’ambiente. Nella sua sede vengono ideati, realizzati e poi commercializzati in tutto il mondo impianti all’avanguardia che migliorano le condizioni delle bottiglie piene durante il loro confezionamento.
Forse lo si sarebbe potuto immaginare sin da quando era bambino, da quella volta che smontò e rimontò senza sbagliare un pezzo, la bicicletta del padre: Filippo Neri, classe 1945, origini siciliane e il nome di un santo, la voglia di sperimentare ce l’ha sempre avuta nel sangue… e il lavoro lo ha trovato presto e quasi per caso.

Ricorda: “Avevo 14 anni, con mio padre eravamo andati in piazza a Canelli, sperava di incontrare Sirio Aliberti che conosceva e chiedergli se aveva lavoro per mio fratello più grande.

“Cio”, così chiamavamo Aliberti, mi squadrò bene e disse: Prendo lui.”

Comincia così la storia di Filippo Neri. Alla Sirio Aliberti viene messo al tornio a “sbiancare” i pezzi, cioè pulire la superficie; poi inizia ad accompagnare il titolare a montare le autoclavi in giro per il Piemonte.

A 17 anni il primo cambiamento: “Un giorno passa in officina Pietro Careddu, quello dei sugheri, mi vede lavorare e mi chiede di andare da lui. A me cambiare non dispiaceva, e gli ho detto di sì”.

E’ ancora apprendista e allora il contratto prevedeva che il lunedì si andasse a scuola per le lezioni di teoria. “Quando Careddu lo venne a sapere, disse “Ma quale apprendista, questo è già un operaio bell’e fatto” e mi cambiò il contratto”.

Ancora cambiamenti, va a lavorare alla Cavagnino&Gatti, prima di decidere, poco più che ventenne, di mettersi per conto suo: compra un tornio e affitta un locale a Santo Stefano Belbo.”Facevo manutenzione nelle cantine, ero specializzato nel riparare le pompe, avevo un bel giro, mi chiamavano anche a Savona”.

Gli arrivano le richieste più strane e lui si ingegna. Un volta realizza una sorta di stampo per fare le palle da “balon”, il pallone elastico, lo sport nazionale di queste parti. “Un’altra volta viene da me il figlio di Camulen di Cossano, quello del ristorante, lo chiamavano il “tedesco”: mi dice che sua nonna non ce la fa più a tirare la pasta, le fanno male le mani.

Allora vado da Ponzio, il robivecchi di Nizza, ho trovato un motorino elettrico, l’ho collegato al pedale di una macchina da cucire. Il tutto faceva andare in serie le macchine per fare le tagliatelle: un sistema artigianale, ma funzionava”.

Ma in testa gli è rimasto il lavoro che faceva alla Careddu. “Mi era venuto in mente di costruire una macchina che automatizzasse il lavoro per fare i tappi, incollando e pressando le diverse parti del sughero”.

Impiega 9 mesi per passare dall’idea alla macchina: “L’ho venduta alla Ilas, il sugherificio che era di una della figlie di Pietro Careddu, e era nella casa natale di Pavese: faceva 3 mila tappi all’ora quando manualmente se ne producevano 1500 in mezza giornata”.

Non basta: i tappi sulle macchine venivano orientati manualmente, per essere indirizzati sull’imboccatura della bottiglia, un lavoro che richiedeva necessariamente del tempo mentre serviva l’automazione per riuscire a stare al passo delle nuove riempitrici: nasce la prima orientatrice automatica per tappi con il marchio “Neri”.

“Avevo trovato due ingegneri della Fiat che mi hanno dato una mano per la parte elettronica, ma tutto il resto l’ho fatto io”.

Nel 1982 torna a Canelli dove acquisisce una parte di capannoni in una traversa di via Asti e avvia la Neri Filippo che produce macchinari per ogni esigenza, dall’imbottigliamento al confezionamento fin o al recupero bottiglie.

Oggi in officina ci sono i figli Alessandro e Federico, ma lui non ha smesso di lavorare.

“Siamo specializzati nel fare macchine speciali” dice sorridendo e racconta di richieste particolari per il mercato giapponese. In catalogo anche 
macchine per l’operazione automatica di remuage delle bottiglie secondo il metodo classico contenute in gabbioni speciali.
Arrivano richieste dal Giappone e dalla Francia, dall’Ecuador e dalle grandi cantine italiane.

E da qui partono macchine con nomi curiosi: l’orientatrice di tappi “Grazia” (come la moglie che dà una mano in azienda controllando la parte amministrativa), o la AlFe (dalle iniziali dei figli), e poi GaMa, Myr e Son ispirati ai nomi dei nipoti Gabriel, Matteo, Myriam e Sonia.